1976
- Incidente a Seveso
Il
10 luglio una nuvola di diossina fuoriesce da uno stabilimento
chimico contaminando il territorio circostante. Una delle più
grandi catastrofi chimiche comincia in una fabbrica di profumie
disinfettanti. All'interno di un reattore della fabbrica veniva
prodotto il triclorofenolo (Tcf), materia prima per la produzione
di cosmetici, disinfettanti ospedalieri e diserbanti. La temperatura
doveva essere mantenuta sotto i 156 gradi. A temperature superiori,
infatti, comincia la formazione di diossina (Tcdd), un potentissimo
veleno. Più alta è la temperatura, più
diossina si forma. Il 10 luglio, invece, nel reattore, la temperatura
sale improvvisamente fino a superare i 300 gradi. La valvola
di sicurezza si rompe e fuoriesce una nube di vapori che il
vento trasporta per qualche chilometro in direzione sud-est,
sopra le città di Meda e Cesano Maderno. Quattro giorni
più tardi si registrano i primi casi di ustioni sulla
pelle di bambini e adulti e una moria di conigli. Anche le foglie
degli alberi cominciano ad avvizzire. Dieci giorni dopo, diciotto
persone erano state ricoverate in ospedale. Il sindaco di Seveso
vietò di mangiare gli ortaggi e consigliò di lavare
accuratamente le mani. Quindici giorni dopo l'incidente venne
ordinata l'evacuazione della zona, perché anche le case
risultavano contaminate. Rimane il riferimento per la legislazione
europea sui rischi di incidenti rilevanti.