<%@ Page Language="C#" ContentType="text/html" ResponseEncoding="iso-8859-1" %> I Nuclei Speciali
Attualmente, 35 aeroporti nazionali dispongono di un servizio di soccorso e antincendio svolto dai Vigili del Fuoco. Data la natura delle esigenze che verrebbero a crearsi in caso di incidente aereo, l'intervento deve risultare rapido ed efficace. Per questo i Vigili del Fuoco dispongono di tre tipologie di automezzi che garantiscono elevata velocità, facilità di manovra, automatismi e grande capacità di spegnimento. Il personale viene tenuto in efficienza dalla costante partecipazione ad esercitazioni.
 
 

Il primo nucleo cinofilo dei vigili del fuoco risale al 1939, quando fu istituito per la ricerca dei dispersi sotto le macerie causate dai bombardamenti. Il nucleo comprendeva anche il centro addestramento, i campi di prova ed un allevamento per la selezione dei cuccioli. Al termine del periodo bellico il nucleo fu sciolto. Dagli anni 90 il servizio è stato riorganizzato con l'istituzione dei nuclei di Torino e Genova e della Scuola Nazionale delle unità cinofile del Corpo a Volpiano, dove vengono effettuate le selezioni e i corsi d'addestramento. Le unità cinofile attualmente in servizio (circa cinquanta) prevedono un’organizzazione a livello centrale, regionale e provinciale e vengono impiegate con le squadre ordinarie e con le altre componenti specialistiche, ad esempio SAF ed elicotteristi, per il soccorso tecnico urgente in caso di valanghe, ricerca di dispersi in superficie e sotto le macerie. L'esperienza maturata dimostra che, soprattutto nel caso della ricerca dispersi in zone difficilmente accessibili e perlustrabili, l'utilizzo del cane è certamente la procedura operativa più efficace ed efficiente.

 

La componente aerea del Corpo Nazionale dei vigili del fuoco svolge la sua attività su 12 nuclei dislocati sul territorio nazionale, raggruppati in 5 "regioni aeree" per la realizzazione di una triangolazione tra nuclei, con logica geografica che tiene conto dell'ortografia, dei tempi di volo, della densità abitativa e dell'estensione del territorio di competenza. Gli equipaggi di volo sono integrati da personale qualificato ad operare in vari ambienti ed addestrati alle tecniche di primo soccorso sanitario. Le missioni di volo vanno dallo spegnimento degli incendi, al trasporto di organi per trapianto e di persone in imminente pericolo di vita, dal monitoraggio e controllo del territorio, al recupero di animali in tutte le situazioni in cui altri mezzi non sarebbero in grado di operare.

 

Il NIA, istituito con provvedimento del 16 luglio 2004 nell'ambito della Direzione centrale per la prevenzione e la sicurezza tecnica del Dipartimento dei vigili del fuoco, del soccorso pubblico e della difesa civile, svolge funzioni di polizia giudiziaria, limitatamente all'esercizio d elle funzioni tecnico-operative del proprio ruolo di appartenenza. Le principali funzioni del Nucleo sono infatti quelle dello studio, della ricerca e dell'analisi per la valutazione delle cause d'incendio, fornendo supporto agli organi investigativi. Tra i compiti operativi del Nucleo, nei casi di incendio o esplosione, l'esecuzione di accertamenti e rilievi tecnici, sequestro di prodotti e materiali necessari alla determinazione della causa dell'evento, investigazioni, accertamenti di laboratorio sui reperti, simulazione ed analisi degli eventi mediante modelli di calcolo, sperimentazioni, determinazione delle cause degli eventi, cooperazione nazionale ed internazionale nel campo delle scienze forensi e nel settore delle indagini tecnico-scientifiche, formazione ed addestramento del personale. Le principali funzioni del Nucleo sono quelle dello studio, della ricerca e dell’analisi per la valutazione delle cause d'incendio. Inoltre, fornisce supporto ai competenti organi di polizia giudiziaria per le attivitá investigative connesse al verificarsi di sinistri caratterizzati da incendio.
L’attività del Nucleo si esplica attraverso le seguenti linee:


1. In caso di sinistri caratterizzati da incendio e/o esplosione, esecuzione di accertamenti urgenti e rilievi tecnici, eventuale sequestro di prodotti, materiali e quant'altro possa essere necessario ai fini della determinazione della causa dell'evento (p.es. certificazioni di prodotti e/o impianti, documenti relativi alla progettazione di impianti antincendio, ecc.);
2. Assunzione di sommarie informazioni utili per le investigazioni da parte di persone coinvolte direttamente e/o indirettamente nell'evento (p.es. progettisti, ditte installatrici, manutentori, ecc.);
3. Coordinamento degli accertamenti tecnici da eseguirsi presso i laboratori (prove e verifiche) sui reperti sequestrati;
4. Simulazione ed analisi mediante modelli di calcolo degli eventi verificatisi;
5. Sperimentazioni di validazione a supporto delle simulazioni effettuate;
6. Determinazione delle cause dell' incendio e/o esplosione;
7. Trasmissione alle competenti Autoritá degli atti relativi alle investigazioni espletate;
8. Cooperazione con enti nazionali ed internazionali che operano nel campo delle scienze forensi e nel settore delle indagini tecnico-scientifiche;
9. Formazione ed addestramento del personale del Nucleo relativamente alle tecniche di repertazione d'indagine nel settore di competenza e nelle discipline giuridiche afferenti l'attivitá;
10. Formazione di funzionari referenti per l'attivitá del Nucleo nell'ambito delle Direzioni Regionali ovvero dei Comandi Provinciali (Nord-Est, Nord-Ovest, Centro-Nord, Centro-Sud, Isole).
11. effettuazione di corsi rivolti sia ai funzionari (p.es. per una sempre piú accurata repertazione dei materiali sequestrati, lettura delle tracce) che al personale operativo (p.es. per tecniche di spegnimento volte a salvaguardare il piú possibile lo stato dei luoghi, una piú esaustiva compilazione del rapporto d'intervento ecc.).

 
 
Da sempre i Vigili del Fuoco operano in prima linea, nell’ambito della protezione civile, in interventi di tipo “convenzionale” che coinvolgono sostanze chimiche, biologiche e radiologiche. Dopo gli eventi dell’ 11 settembre 2001 i Vigili del Fuoco hanno assunto un ruolo fondamentale anche nell’ambito della difesa civile per i rischi connessi ad attacchi di tipo “non convenzionale”.
I numerosi sforzi profusi in questa direzione hanno portato all’acquisto di nuovi mezzi e strumenti per la decontaminazione campale, di strumenti per la rilevazione delle sostanze e di nuovi dispositivi di protezione individuale; molto risalto è stato dato alla formazione del personale con funzioni operative e direttive e all’istituzione di un nuovo modello organizzativo dei nuclei NBCR che ora prevede la presenza capillare in tutto il territorio nazionale:

- Squadra base (presso il Comando Provinciale o Distaccamento)
- Nucleo Provinciale (presso il Comando Provinciale)
- Nucleo Operativo Regionale (presso il Comando Capoluogo di Regione)
- Nucleo Regionale Avanzato (presso un Comando sito in area a rischio elevato)

I nuclei NBCR in presenza di esplosioni perdite o rilasci, indossate particolari tute di protezione, provvedono alla rilevazione delle sostanze mediante sofisticati strumenti PID - IMS, al salvataggio delle persone e alla decontaminazione.
Perodicamente vengono effettuati addestramenti tenendo conto di diversi scenari, compreso quello di un attacco terroristico con immissione nell'ambiente di sostanze non convenzionali come ad esempio gas tossici, polveri e liquidi.

 

Il Corpo Nazionale dei Vigili del Fuoco dispone di squadre di specialisti "portuali", Vigili del Fuoco brevettati nautici, impiegati nelle attività di soccorso in mare, a terra, a bordo delle navi e dei galleggianti e presso i porti, da sempre luoghi ad alto rischio per la complessità delle attività commerciali ed industriali in essi svolte. Sono dislocati presso zone di particolare importanza tramite 24 distaccamenti portuali. Come per le altre specializzazioni dei Vigili del Fuoco, negli ultimi anni è stata dedicata grande attenzione all'adeguamento tecnologico delle risorse strumentali. Le nuove unità navali sono infatti sorvegliate alla costruzione dal RINA (Registro Italiano Navale) e classificate per la navigazione nazionale, oltre che completamente equipaggiate per affrontare qualsiasi emergenza.

 
Da tempo nel Corpo Nazionale si era sentita l’esigenza di essere in grado di prestare un efficace soccorso negli scenari di rischio acquatico che si presentano quotidianamente alle squadre VVF che intervengono per prestare il soccorso tecnico urgente, specie nelle acque interne (fiumi, laghi, canali, specchi acquei diversi, pozzi, paludi, ecc…).
L’obiettivo è garantire la sicurezza di tutti i soccorritori dei Vigili del Fuoco durante il soccorso tecnico urgente ordinario e diffondere la “cultura della sicurezza acquatica e dell’autoprotezione in ambiente acquatico”.
Presso tutte le sedi sono presenti delle figure operative (Soccorritore Acquatico S.A.) in grado di effettuare con tempestività, operazioni di soccorso anche complesse in ambito acquatico di superficie, anche in occasione di calamità naturali connesse ad eventi meteoidrologici estremi o alluvioni.
A tal fine, tutto il personale in servizio viene formato con un livello base di conoscenza definito di “AUTOPROTEZIONE ATP” che permette di eseguire operazioni di autosalvamento, il soccorso da riva e da natante con l’utilizzo di corda da lancio e salvagente anulare.
Gli operatori, gia in possesso di brevetto di salvamento a nuoto, soccorritore fluviale S.A.F. e T.P.S.S. possono accedere alle qualifiche superiori quali:

- SA1: SA I° livello di superficie con capacità di soccorso in qualsiasi ambiente acquatico anche con l’utilizzo di mezzi nautici del C.N.VV.F.

- SA2: SA II° livello di superficie con capacità di soccorso in qualsiasi ambiente acquatico anche con l’utilizzo di mezzi nautici e aerei del C.N.VV.F.

La figura del soccorritore acquatico SA, non sostituisce l'organizzazione di specialisti e qualificati del settore acquatico del C.N.VV.F. (Nuclei Sommozzatori), ma si integra nel servizio di soccorso, cooperando con le realtà già esistenti.
Per mantenere un elevato standard di efficienza fisica e conoscenza delle tecniche, tutto il personale periodicamente segue un programma addestrativo recandosi in ambiente naturale che ripropone le varie tipologie d’intervento.

 

La variabilità dell'ambiente in cui vive ed opera la moderna società, sia urbano che extraurbano, nonché le caratteristiche e le condizioni dello stesso, notevolmente mutate nel corso degli anni, hanno determinato in caso di incidente di vario tipo e natura, scenari di riferimento spesso critici in ordine alle situazioni del rischio per le persone e per gli operatori del soccorso tecnico urgente: i Vigili del Fuoco; anche per quanto attiene ai possibili accessi ai siti naturali come grotte, forre falesie ecc o artificiali tralicci, grattacieli, viadotti ecc. Negli ultimi anni sono notevolmente aumentate le persone che si dedicano ad attività sportive che spesso si svolgono in ambienti particolarmente impervi dove le attrezzature e le tecniche di intervento utilizzate da sempre dai vigili del fuoco risultavano poco efficaci. Per queste ragioni nel corso degli anni, in alcuni contesti territoriali della penisola, si è avvertita l'esigenza di elaborare ed adottare tecniche innovative di derivazione speleo- alpino e fluviale, inerenti le esigenze di soccorso dei vigili del fuoco da estendere successivamente a tutto il personale del C.N.VV.F.
Tali tecniche che sono denominate tecniche di derivazione Speleo Alpinistica e Fluviale consentono, se adeguatamente acquisite, di aumentare il livello di sicurezza dei soccorritori e migliorare il servizio offerto alla popolazione in particolare in quelle situazioni in cui, a causa dello specifico scenario incidentale, non sono utilizzabili i normali mezzi in dotazione. Il progetto prevede 4 tipi di qualificazioni distribuite su due livelli comprendenti ciascuno due fasi. (primo livello fase A, primo livello fase B, secondo livello fase A e secondo livello fase B) Tale rivoluzione attualmente interessa non solo i vigili del fuoco italiani ma anche quelli di altre nazioni europee; recentemente il Corpo Nazionale dei Vigili del Fuoco ha avuto un ruolo di prestigio nell'ambito del progetto Europeo denominato LEONARDO. Nello specifico il progetto che è stato denominato EUSR (Soccorso speciale speleo alpinistico formazione e aggiornamento dei Vigili del fuoco in Europa) aveva l'obiettivo di standardizzare tra i vigili del fuoco europei l'utilizzo di tale tecniche nell'ambito del soccorso. Allo stato attuale il personale in possesso delle varie qualifiche previste dal progetto risulta dislocato nelle varie Regioni del territorio Nazionale. Le più ampie concentrazioni si hanno in Toscana in Liguria e in Piemonte. Di particolare interesse è stata l'attività svolta dal personale del Corpo Nazionale dei Vigili del Fuoco in possesso delle qualifiche S.A.F. nelle regioni colpite da catastrofi naturali come il sisma in Umbria e Marche o come i dissesti idrogeologici della Campania o la recente alluvione dell'Italia settentrionale. Nelle Regioni di Umbria e Marche i S.A.F. hanno collaborato con le Sovrintendenze ai Beni Culturali e Ambientali per la messa in sicurezza delle opere architettoniche e artistiche di particolare importanza storica (torri, campanili, chiese fortezze ecc..)

 

Nel 1941, in pieno evento bellico, vengono selezionati un gruppo di Vigili del Fuoco che l'anno successivo (1942), vengono inviati presso l'Accademia Navale di Livorno, dove viene svolto un corso per sommozzatori al termine del quale uscirono i primi Vigili del Fuoco abilitati all'immersione. Si trattò di casi isolati e non inseriti nell'ottica successivamente sviluppata nel 1952, di impiego civile. Lo scopo era, evidentemente legato all'attività portuale, e finalizzato alle necessità della difesa territoriale. Non c'era a priori nessuna volontà di creare nuclei o strutture organizzate, ma solo l'opportunità di poter disporre all'occorrenza di personale abilitato al particolare compito di scendere sotto la superficie dell'acqua per ispezioni e recuperi. Fu in seguito alla morte del Vigile del Fuoco Giovanni Tenca, avvenuta ad eventi bellici conclusi, che l'allora Direzione Generale dei Servizi Antincendio decise di incaricare Luigi Ferraro, già Medaglia d'Oro al Valor Militare come incursore subacqueo della Marina Militare, del progetto e della conduzione del primo corso sommozzatori dei Vigili del Fuoco, svolto a Genova nel giugno 1952. Al termine del corso, durato 60 giorni, vennero brevettati 32 Vigili del Fuoco, i quali tornarono ai Comandi di appartenenza per iniziare la loro speciale attività. Il Corpo Nazionale dei Vigili del Fuoco fu a livello internazionale la prima organizzazione non militare a dotarsi di sommozzatori per scopi civili, al servizio dello Stato. Questo fu d'esempio per tutti i nuclei dello Stato che seguirono. Per le emergenze derivanti dal rischio acquatico, il Corpo Nazionale dei Vigili del Fuoco dispone dei Nuclei di Soccorso Subacqueo ed Acquatico, presenti sul territorio nazionale con 29 sedi, attive 24 ore su 24, ed oltre 390 operatori in grado di intervenire nelle varie situazioni di pericolo legate all'elemento acqua: dall'incendio a bordo di navi alla presenza di rischi biologici, chimici e nucleari, dalla ricerca di persone in mare, laghi e fiumi all'emergenza alluvionale. Peculiarità dei Sommozzatori dei Vigili del Fuoco è l'immersione anche in luoghi non convenzionali quali acquedotti, pozzi, reti fognarie ed acque nere.

 
Il Servizio Telecomunicazioni del C.N.VV.F. è stato istituito con il D.M. 4015 del 05/01/1974 e con il D.M. 77 del 07/09/1995 sono state ridefinite le varie competenze della struttura TLC con l'istituzione del Centro TLC Nazionale presente in Roma - Capannelle e 18 Centri TLC di Zona che, composti da personale operativo specializzato recentemente integrato con personale del supporto tecnico, provvedono alla manutenzione e gestione permettendo il corretto funzionamento delle reti in uso al Corpo Nazionale dei Vigili del Fuoco. Il Servizio Telecomunicazioni è di competenza dell'Ispettorato per gli Impianti di Telecomunicazioni, Reti Ionimetriche, Statistica ed Automazione del Servizio Tecnico Centrale che dirige l'attività di sviluppo e manutenzione oltre all'attività amministrativa contabile; tramite il Centro TLC Nazionale svolge l'attività tecnico-pratica di progettualità, di manutenzione e di sperimentazione di nuove apparecchiature e di sistemi di telecomunicazioni avanzati, comprese le trasmissioni satellitari. I Centri TLC di Zona lavorano in ambito regionale e dipendono funzionalmente dal rispettivo Ispettorato Regionale o Interregionale (le regioni più grandi e di più difficile copertura radioelettrica quali Toscana, Sardegna e Sicilia ne hanno due).Il Servizio Telecomunicazioni è di fondamentale importanza per l'operatività giornaliera del servizio reso alla comunità da parte del Corpo Nazionale dei Vigili del Fuoco. Comunicare significa poter gestire in ogni istante le migliori risorse disponibili e ridurre i tempi di intervento. Avere un proprio sistema di comunicazione permette di non essere dipendenti da altri sistemi di comunicazioni (ad esempio telefonia pubblica) che potrebbe non essere utilizzabile proprio nel momento della grave emergenza. In ogni Centro TLC di Zona esiste personale specialista che si occupa della installazione, manutenzione e riparazione ordinaria e straordinaria di tutti gli apparati fissi e mobili presenti nel territorio di competenza. Il personale viene addestrato con corsi specifici che formano tutti coloro che sono interessati al tipo di servizio e che abbiano le necessarie conoscenze di base. Il Corpo dispone di una propria rete radio, funzionante su apposite frequenze assegnate dal Ministero della Difesa, che permette i collegamenti su tutto il territorio nazionale.

Le modalità operative sono strutturate su vari livelli:

Collegamenti fra strutture fisse e mobili nell'ambito della provincia;
Collegamenti tra stazione fisse e mobili nell'ambito della regione;
Collegamenti tra stazioni fisse e mobili nell'ambito nazionale con il Centro Operativo della D.G.P.C.S.A. tramite interconnessione di più ponti radio.
Le apparecchiature radio utilizzate sono:

450 ponti radio (con installazione e manutenzione effettuata da personale VV.F.);
700 stazioni radio fisse;
8000 apparati radio veicolari;
5000 apparati radio portatili.
Il personale specialista presente nei vari Centri TLC ha a disposizione anche mezzi o apparati speciali per poter intervenire in ogni situazione, anche avversa, nel ripristino di collegamenti o nella creazione di nuove zone di copertura in caso di necessità.

I primi automezzi speciali per il movimento terra dei vigili del fuoco vennero impiegati nel 1966, in occasione dell'alluvione di Firenze. Gli "incursori" dei vigili del fuoco, è un gruppo di uomini il cui intervento è di estrema importanza per le operazioni di soccorso. Aprire varchi, rimuovere le macerie, creare delle strade alternative per raggiungere i luoghi delle sciagure, sono le loro maggiori peculiarità. Basti pensare al terremoto dell'Umbria (1997), al sisma di S. Giuliano (2002) ed il sisma dell'Abruzzo (2009) dove è stato decisivo l'utilizzo di questo gruppo, dalla prima fase di intervento fino alla fase finale di bonifica. Attività che ha permesso di ridurre di gran lunga, rispetto al passato, i tempi delle opera zioni di soccorso. Per "L'emergenza Sisma Abruzzo" sono state impiegate 500 unità provenienti da tutte le regioni con mezzi operativi. L'impiego di tale gruppo ha consentito di svolgere circa 1500 interventi che hanno permesso il recupero di persone sotto le macerie, la preparazione delle aree destinate ai campi base per il personale operativo e l'allestimento di aree destinate alla popolazione per l'istallazione dei moduli abitativi. I GOS hanno messo in sicurezza anche diverse aree attraverso l'abbattimento di edifici pericolanti e la rimozione di macerie.La direttive sull'organizzazione e il funzionamento delle Colonne Mobili Regionali - prevedono nell'ambito della colonna mobile regionale la costituzione di n° 4 sezioni

- Sezione Comando
- Sezione Operativa
- Sezione Logistica
- Sezione Mezzi Speciali
Sono previste a favore delle Colonne Mobili Regionali, 6 Gruppi Operativi Speciali ( G.O.S.) distribuiti opportunamente nel territorio nazionale costituiti da mezzi particolari, quali: escavatori, pale gommate, pale cingolate, trattori apri pista, mini escavatori, mini pale caricatrici e autocarri per il trasporto di macerie.
I mezzi di movimento terra in dotazione alle Colonne Mobile Regionali sono assegnati ai comandi Provinciali con i relativi accessori "polipo" per smassamento, pinze demolitrici per cemento armato, martello demolitore e pompe draganti.
Al momento ci sono 800 unità, tra vigili, capi squadra, capi reparto, istruttori e funzionari altamente specializzati ed addestrati, pronti ad intervenire in qualsiasi momento e per qualsiasi evenienza e circa 200 automezzi in tutto il territorio nazionale.
Le Direzioni Regionali annualmente effettuano corsi di aggiornamento e mantenimento del personale. Carico e scarico di pietrisco, scavi per aprire varchi, spianare aree destinate per l'allestimento di campi base, formazione di strade per passaggio automezzi, questi tra i maggiori compiti degli "incursori" durante le simulazioni di emergenza.