Con
l'avvento dei Comuni si emanarono statuti ed editti per prevenire
gli incendi e organizzare personale che provvedesse alla loro estinzione.
La difesa dagli incendi era affidata, in modo più o meno organizzato
e riconosciuto, all'intera cittadinanza e alle Arti e Corporazioni
che, per motivi di lavoro, erano in possesso degli strumenti ed attrezzi
adatti.
Gli Statuti comunali non dimenticano di punire i piromani che nelle
lotte tra opposte fazioni incendiavano le case degli avversari, mentre
l'accusa di aver provocato un incendio era valido motivo per espellere
dalla città tutti i personaggi scomodi alle fazioni contrarie.
Nel 1344 il Comune di Firenze
istituisce la compagnia delle Guardie
del Fuoco che, seppure non completamente, viene a
surrogare l'opera di soccorso svolta spontaneamente dai cittadini
e dalle Corporazioni artigiane.
Le Guardie avevano la propria sede in quattro botteghe artigiane tenute
aperte ininterrottamente. Qui si tenevano pronte ad intervenire con
i necessari strumenti. Successivamente il Comune potenzia tale servizio
ed istituisce nel 1416 una formazione regolare costituita da quattro
squadre
di 10 uomini ciascuna assegnate ad altrettanti quartieri della città.
La sede centrale della compagnia della Guardia del Fuoco era in una
torre nei pressi del Ghetto, sempre presidiata da alcune guardie e
nella quale erano immagazzinati i materiali per l'intervento. Questa
istituzione resterà per quattro secoli modello per tutta Europa.
A Reggio Emilia in questo
periodo l'intervento antincendio venne successivamente affidato alla
Corporazione dei Brentatori,
artigiani il cui mestiere era quello di rifornire di vino
ed acqua mediante una brenta, osti e gestori di locande.
Essi erano obbligati, in caso di incendio ad accorrere sul posto portando
una brenta di acqua.
I brentatori, che stazionavano prevalentemente nel centro della città
in Piazza del Duomo, venivano avvertiti del divampare di un incendio
dal suono della campana dell'orologio pubblico detto appunto Fuoghina,
mentre le fiamme o il fumo venivano segnalati dai Turreani, custodi
della torre, alla quale fanno riferimento gli statuti del 1582. I
Turreani erano tenuti a vigilare giorno e notte, alternandosi
sulla torre per segnalare ogni possibile pericolo.
In
tempi successivi, in ciascuno dei più importanti centri urbani
e, comunque, nella capitale di ogni Stato si procedette a destinare
unità dell'esercito all'espletamento del servizio antincendio
ovvero ad istituire veri e propri Corpi
di Pompieri dotati di divise in foggia militare ed
assoggettati ai regolamenti delle truppe e dislocati in proprie sedi.
Tra il 1809 e il 1824 vennero istituiti dai vari regnanti i primi
corpi dei civici pompieri a Firenze, Milano, Torino e Roma su modello
dei Sapeurs Pompiers di Parigi.