<%@ Page Language="C#" ContentType="text/html" ResponseEncoding="iso-8859-1" %> Il Museo - Mezzi D'Epoca
1800
Brenta a spalla
1933
Motopompa Fiat Balilla / Berzia
1827
Pompa a mano WM-Knaust
1936
Motopompa Ceirano 47 / Bergomi
1829
Pompa a mano Bernasconi
1937
Trattore Leggero SPA TL37 Dovunque
1850
Pompa a mano "Milano" per prosciugamento
1940
Motopompa Fiat 500 "Topolino" / Bergomi
1857
Pompa a mano con vasca Zappa
1940
Motopompa Fiat 1100 / Bergomi
1860
Carro Tubi
1940
Motopompa Rotos Condor A8F / Guidetti
1860
Pompa a Vapore Shand-Mason
1941
Autogru GMC Diamond T969B "La Gina"
1875
Pompa a mano Berzia
1941
Gruppo elettrogeno Jeep Ford
1881
Pompa a mano Salvi di Sondrio
1942
Gruppo elettrogeno portatile Briggs / Stratton
1900
Bicicletta da Pompiere
1942
Motopompa Fiat 1100 / Bergomi
1910
Pompa a Vapore Merryweater "The Gem"
1945
Motopompa JLO/ Masciadri
1912
Autopompa Fiat Tipo 2 / Tamini
1950
Barca tipo "Olandese"
1916
Scala Aerea a Innesto Porta
1953
Autoscala Fiat 615N / Brambilla
1920
Scala Aerea a Sfilo Brambilla / Porta
1961
Autoscala OM Tigrotto 35 NL/Magirus Olam
1922
Motopompa Fiat 15 ter / Tamini
1965
Motopompa Volkswagen 122 / Magirus TS 8/8
1924
Autopompa Mercedes 24-100-140 / Tamini
1965
Motoscala Guzzi Ercolino / Universal
1924
Motopompa Fiat 505/ Tamini
1967
Autopompa OM 150 / Rosenbauer
1925
Motopompa Gulson ET2/ Tamini 1968 Autopompaserbatoio OM Tigre M2L / ASPI
1926 Motopompa Fiat 503/ Tamini 1976 Carro fiamma FIAT 1107 "Nuova Campagnola"
1931
Autoinnaffiatrice Fiat 614 / CAI    
Le pompe a mano, di origine antichissima, costituivano una volta il cavallo di battaglia in tutte le operazioni di spegnimento. La loro importanza è andata in seguito continuamente scemando: oggi il loro uso è pressoché abbandonato anche presso i piccoli corpi ed i minori distaccamenti. Come l'autopompa ha fatto dimenticare la pompa a vapore, così possiamo dire che la motopompa ha sostituito pressoché completamente le modeste pompe a mano. Esse sono generalmente costituite da una pompa a stantuffo di tipo aspirante e premente. Si hanno tuttavia anche pompe a mano solo aspiranti, adatte per il servizio di prosciugamento, ed altre solo prementi che vanno perciò alimentate mediante secchi od in altro modo, versando l'acqua nell'apposito ampio recipiente metallico di cui tali pompe sono provviste. Il tipo a due stantuffi è fra i più apprezzati. I due cilindri sono visibili lateralmente al corpo di pompa principale. Mediante il timone, disposto superiormente alla pompa, cui vengono applicati per l'uso due bastoni, gli stantuffi vengono azionati alternativamente, per cui, alla discesa dell'uno corrisponde la salita dell'altro. La portata di queste pompe è in generale compresa tra 100 e 300 litri al minuto a 2-3 atm.
 

Pompa a mano WM-Knaust (1827)

Pompa a mano Bernasconi (1829)
Pompa a mano "Milano" per prosciugamento (1850)
Pompa a mano con vasca Zappa (1857)
Pompa a mano Berzia (1875)
Pompa a mano Salvi di Sondrio (1881)
La pompa a vapore ha recato in passato al servizio di estinzione degli incendi un ausilio prezioso. Essa è entrata in servizio circa un secolo e mezzo fa; infatti la prima mastodontica ed impratica pompa a vapore ha fatto la sua apparizione ha fatto la sua prima apparizione in Europa nell’anno 1841, quando la consistenza tecnica delle attrezzature in uso presso i Vigili del Fuoco , era poco dissimile da quella delle antiche coorti di Augusto. La nuova importante innovazione, sorta tra lo scetticismo e lo stupore delle organizzazioni antincendio dell'epoca, andò lentamente perfezionandosi e diffondendosi per conquistare infine il riconoscimento universale delle sue ottime qualità tecniche. sul finire dell'ottocento ad al principio del novecento tutti i corpi importanti possedevano numerosi esemplari della nuova macchina antincendi, di cui i Vigili del Fuoco erano particolarmente orgogliosi. Tale preminenza fu però di breve durata, perchè le nuove autopompe seppero in breve tempo affermare nei confronti delle pompe a vapore una superiorità indiscussa. Le pompe a vapore erano montate normalmente su carrelli a quattro ruote che era trainato da due o tre pariglie di cavalli. La caldaia è applicata verticalmente al centro dell'asse posteriore, con il focolare disposto in modo da consentire l'alimentazione della caldaia e la sua messa in pressione anche durante il percorso di andata all'incendio. Le pompe a vapore vengono generalmente costruite per portate comprese tra 500 e 3000 litri al minuto a una pressione che va da 8 a 15 atm.
 

Pompa a Vapore Shand-Mason (1860)

Pompa a vapore Merryweather (1910)

L'autopompa consiste essenzialmente in un autoveicolo recante una pompa azionata dal motore stesso della macchina. Durante gli ultimi decenni l'autopompa, di pari paso con lo sviluppo generale della tecnica e particolarmente dell'automobilismo, ha subito alquante modifiche e perfezionamenti , ma nel suo schema fondamentale essa è rimasta qual'era all'origine , e cioè un complesso meccanico, comprendente: il motore, il telaio, la pompa e la carrozzeria. ad integrare l'efficienza della macchina nei riguardi del servizio antincendio, si deve inoltre considerare il relativo corredo di tubazioni e di attrezzi sia per lo spegnimento che per gli interventi più svariati.
 

Autopompa fiat tipo 2 / Tamini (1912)

Autopompa Mercedes 24-100-140 / Tamini (1924)
Autopompaserbatoio OM 150 / Rosenbauer (1967)
Autopompaserbatoio OM Tigre M2L / ASPI (1968)
L'importanza e la diffusione delle motopompe sono andate in questi ultimi anni continuamente crescendo. Oggi tutti i corpi hanno potenziato la loro efficienza con un adeguata dotazione di queste macchine utilissime. Il loro pregio caratteristico e più importante consiste nella possibilità di sostituire , soddisfacentemente in linea tecnica e con vantaggio notevole in linea economica , l’autopompa nella maggior parte dei suoi impieghi. Ragioni molteplici assegnano all’autopompa un ruolo preponderante nei servizi di estinzione, e alla motopompa un ruolo di riserva; ma talvolta le difficoltà del terreno non consentono l’impiego dell’autopompa e tal’altra le difficoltà economiche ne sconsigliano l’acquisto , per cui in parecchi casi la motopompa ottiene la preferenza. Dalle considerazioni esposte emergono i due criteri fondamentali a cui la motopompa deve costruttivamente uniformarsi, e cioè: agibilità nelle più diverse circostanze di luogo e prezzo limitato, per cui la motopompa ha da essere economica, robusta e di facile trasporto e impiego. Le motopompe più pesanti dovrebbero esclusivamente coprire un ruolo di riserva per la sostituzione delle autopompe nei servizi più onerosi. Non devesi dimenticare che le motopompe pesanti implicano difficoltà di trasporto e conseguentemente rallentano la rapidità dell’intervento. Le motopompe si dividono in:
 
Appartengono al primo gruppo le motopompe di peso inferiore a 50 kg o comunque scomponibili in parti rispondenti al limite di peso suddetto, per facilitarne il trasporto a spalla.
Sono comprese nel secondo gruppo le motopompe provviste di apposite maniglie per essere trasportate a guisa di barella. Il loro peso dovrebbe di regola aggirarsi intorno a 100 kg e comunque non superare i 200.
 

Motopompa Gulson ET2 / Tamini (1925)

Motopompa Fiat Balilla / Berzia (1933)
Motopompa Fiat 500 Topolino / Bergomi (1940)

Motopompa Rotos Condor A8F / Guidetti (1940)
 
  
Appartengono infine al terzo gruppo le motopompe più pesanti fissate su apposito carrello da rimorchiarsi mediante un autoveicolo. Nei tipi rimorchiabili più leggeri la pompa viene talvolta montata sul carrello mediante appoggio su due guide metalliche , disposte in modo da permettere lo scarramento della motopompa ed il suo successivo trasporto , per brevi tratti , col sistema a barella. Queste ultime vengono comunemente distinte col nome di Scarrabili.
 
Motopompa Fiat 15 ter /Tamini (1922)
Motopompa Fiat 505/ Tamini (1924)
Motopompa Fiat 503/ Tamini (1926)
Motopompa Ceirano 47 / Bergomi (1936)
Motopompa Fiat 1100/Bergomi (1940)
Motopompa Fiat 1100/Bergomi (1942)
Motopompa JLO/ Masciadri (1945)
Motopompa scarrabile Volkswagen 122 / Magirus TS 8/8 (1965)
 
 
Questi carri sono ed erano indispensabili per i corpi che operano in zone povere di risorse idriche. A differenza delle autopompe con serbatoio, queste macchine sono pressoché sprovviste di attrezzatura , avendo per unico scopo il trasporto sul luogo dell'incendio di una riserva di acqua per il primo attacco. Tali carri però, apporfittando dei vantaggi dell'adozione della schiuma meccanica, dovrebbero essere sempre dotati di una piccola pompa anteriore. Le Innaffiatrici, sono costruttivamente analoghe alle autobotti, da cui tuttavia si differenziano per la applicazione anteriore di una pompa che, oltre ai normali spanditoi per innaffiamento, è provvista di uno o più attacchi per il servizio di estinzione incendi. Queste macchine sono spesso corredate con scale e con qualche altro importante attrezzo per il servizio antincendi.
 

La Brenta a spalla (1800)

Autoinnaffiatrice Fiat 614 / CAI (1931)

Vengono chiamate scale aeree quelle che possono raggiungere anche altezze notevoli, senza bisogno di un qualsiasi appoggio, perchè sono fissate su un apposito veicolo, che serve ad essere come base e che è inoltre dotato di dispositivi necessari alla manovra della scala. L'introduzione delle scale aeree nel servizio antincendi ha rivoluzionato i metodi in uso per lo spegnimento degli incendi a per gli interventi di soccorso prestati dai Vigili del fuoco a rilevante altezza da terra. Di scale aeree ne esistono fondamentalmente due tipi:
 
Caratterizzate dal fatto che i vari pezzi che le costituiscono vengono fra loro innestati a terra, prima dell'innalzamento della scala.
 
Scala Aerea a Innesto Porta (1916)
Nelle quali lo sviluppo o allungamento della scala è ottenuto a mezzo di ingegnosi meccanismi, facendo scorrere l'uno sull'altro i vari pezzi della scala.
 
Scala Aerea a Sfilo Brambilla (1920)
Costituiscono un meraviglioso perfezionamento dal punto di vista meccanico e funzionale del tipo precedente ed hanno il pregio caratteristico di eseguire meccanicamente tutte le manovre di elevamento ed abbassamento, di sviluppo e di accorciamento, di orientamento della scala grazie all'azione dello stesso motore dell'automezzo comandata da leve che fanno capo a un quadro di manovra.
 
Autoscala Fiat 615 N/Brambilla (1953)
Autoscala OM Tigrotto 35 NL/Magirus Olam (1961)
Motoscala Guzzi Ercolino / Universal (1965)
E' una macchina potente , veloce e sicura e di azione rapida, con la quale è possibile sollevare o trascinare forti pesi. L'enorme incremento raggiunto dal traffico automobilistico, e di conseguenza il frequente prodursi scontri o sbandamenti con conseguenti ribaltamenti di veicoli in suolo stradale o lungo scarpate o in fossati, ha accentuato le richieste di soccorso ai Corpi i quali, mentre prima cercavano di affrontare tali situazioni essenzialmente con manovre di capre e di paranchi che rendevano tali servizi lunghi, difficili e faticosi, ora dispongono di questo mezzo la cui potenza è tale da permettere il pronto recupero anche degli autotreni più pesanti.
 
Autogru GMC Diamond T969B "La Gina" (1941)
Anche nel servizio antincendi, come nell'industria ed in genere nella vita moderna, il numero delle applicazioni elettriche va continuamente aumentando, per cui, oltre all'alimentazione offerta dalle reti pubbliche di distribuzione, occorre talvolta far ricorso anche ad una sorgente di energia autonoma. I numerosi apparecchi d'illuminazione , la carica degli accumulatori elettrici, l'alimentazione delle stazioni radiotrasmittenti e l'uso frequente di attrezzi normali funzionanti elettricamente, sono altrettanti esempi di applicazioni elettriche che possono richiedere un'alimentazione diversa dalla rete pubblica di distribuzione. A questo scopo sono stati creati dei gruppi appositi, detti elettrogeni, formati dall'unione di un motore a scoppio con un generatore di elettricità.
 

Gruppo elettrogeno Jeep Ford (1941)

Gruppo elettrogeno portatile Briggs/ Stratton-Pionjeer (1942)

Gruppo elettrogeno Cinas/Sime ()

Gruppo elettrogeno Landoni ()
Spesso in seguito alla ripetitività di alcuni interventi particolari si è deciso di creare automezzi specializzati per affrontare quel particolare intervento; ecco che nascono:
 

Carro Attrezzi (1860)

Bicicletta da Pompiere (1900)

Trattore Leggero SPA TL37 Dovunque (1937)

Barca tipo "Olandese" (1950)
Carro fiamma FIAT 1107 Nuova Campagnola (1976)